Azione Roma

D’Amato: infermieri questione nazionale. Nel Lazio record di rinunce alle cure

La mancanza di infermieri è ormai una questione nazionale che mette a rischio la tenuta del Servizio Sanitario. Nel Lazio si registra un flop del Fascicolo Sanitario Elettronico, un record di rinunce alle cure e una quota di spesa verso il privato convenzionato tra le più alte d’Italia.

L’8 ottobre, presso la Sala delle Regine a Montecitorio, si è presentato l’8° Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale: emergono dati che destano forte preoccupazione per la tenuta del sistema pubblico.
Per Azione è intervenuto il responsabile nazionale Welfare, Alessio D’Amato, che ha sottolineato la gravità della crisi che coinvolge la professione infermieristica e le criticità specifiche del Lazio.

“È emerso un dato molto preoccupante relativo a quella che possiamo definire la questione infermieristica: il nostro Paese è agli ultimi posti in ambito OCSE nel rapporto infermieri/abitanti, con un vero e proprio crollo dell’attrattività della professione. Questa questione deve diventare prioritaria, altrimenti il rischio è di non garantire i servizi essenziali. Va affrontato il tema salariale, dei turni e delle carriere professionali.”

D’Amato ha poi evidenziato due segnali d’allarme che riguardano da vicino la sanità del Lazio:

“La nostra Regione è la prima tra le grandi regioni italiane per rinuncia alle cure: nel 2024 ben il 12% dei cittadini ha rinunciato a una o più prestazioni sanitarie. Mai si era raggiunto un livello così elevato. Inoltre, l’adesione al Fascicolo Sanitario Elettronico è un flop: solo il 9% dei cittadini ha autorizzato il trattamento dei propri dati. Questo significa che è mancata una vera campagna di informazione e di coinvolgimento, a partire dai medici di famiglia e dai pediatri, mentre in altre Regioni l’adesione supera il 90%.”

Il Rapporto Gimbe fotografa un quadro particolarmente critico per il Lazio. Secondo il documento, oltre 685 mila cittadini hanno rinunciato nel 2024 a una o più prestazioni sanitarie, un dato in crescita rispetto all’anno precedente. La dotazione di personale resta tra le più basse d’Italia, con 8,7 operatori sanitari ogni 1.000 abitanti, e un rapporto infermieri/abitanti inferiore alla media nazionale.
Sul fronte economico, il Lazio destina il 29,3% della spesa sanitaria al privato convenzionato, il valore più alto tra tutte le regioni italiane.

Infine, la scarsa adesione al Fascicolo Sanitario Elettronico rischia di compromettere la funzionalità di uno strumento strategico anche in ottica PNRR, vanificando gli sforzi per la digitalizzazione e la modernizzazione della sanità pubblica.

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